Come ogni 27 del mese da un anno a questa parte, anche martedì 27 febbraio si è svolto l’incontro del Gruppo di dialogo interreligioso per la Pace, presso il Chiostro di S. Domenico. Nell’incontro di questo mese, in particolare, è stata celebrata la ricorrenza dell’anno di attività del Gruppo.
Era, infatti, febbraio 2017 quando un certo numero di persone appartenenti a religioni diverse ha deciso di concentrare le proprie energie verso il comune obiettivo della Pace. Il Gruppo, identificatosi oggi come “di dialogo interreligioso per la Pace”, è il risultato di un percorso iniziato tempo prima.
L’interesse al dialogo interreligioso è gemmato a seguito dell’invito proferito da Giovanni Paolo II il 27 ottobre 1986 ad Assisi. Incontri interreligiosi erano già iniziati a Cosenza nel 2007: persone appartenenti a comunità e associazioni religiose e laiche presenti nell’area urbana di Cosenza hanno incominciato, in modo informale, a conoscersi e confrontarsi in più occasioni – tavole rotonde, incontri di preghiera, feste della convivialità, conferenze – che hanno messo in relazione le varie fedi operanti sul territorio. La stessa Amministrazione Comunale, da sempre attenta alle istanze provenienti dal territorio, ha riconosciuto, con delibera n. 67 del 2010 la formazione del GLR, ovvero Gruppo di Lavoro sulle Religioni costituito dai rappresentanti delle comunità religiose presenti in città.
Diverse fasi hanno contraddistinto la formazione di questo Gruppo per com’è adesso. Dal 2011 il SAE (Segretariato per le Attività Ecumeniche) di Cosenza promuove una serie d’incontri interreligiosi coinvolgendo le diverse Chiese Cristiane del territorio, l’IBISG (Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai), la comunità di Fede Baha’i e l’associazione Daawa. In seguito la rete si è ampliata ancora estendendosi all’Associazione Stella Cometa, alla Commissione Diocesana Migrantes, all’Ufficio Diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo, al MO.C.I. (Movimento Cooperazione Internazionale), all’associazione Coesistenza e al CIC (Centro Islamico di Cosenza).
Sull’onda dello “Spirito di Assisi”, che fa della fraternità il concetto cardine dell’opera di dialogo tra le religioni, dunque, coloro che hanno sentito il loro cuore rispondere all’esigenza di pace, hanno deciso di riunirsi il 27 di ogni mese per “pregare per la Pace”, laddove per preghiera non deve intendersi altro che operare fattivamente per la Pace, in prima persona, essere “preghiera vivente”, operatori di Pace nel quotidiano. Un percorso, questo del dialogo interreligioso, che attesta la presenza sul territorio cosentino di coscienze sveglie, di elevata consapevolezza, sia tra i cittadini che nelle istituzioni. E che sempre più identifica Cosenza come città di integrazione, secondo l’auspicio espresso dalla d.ssa Alessandra De Rosa, delegata comunale ai rapporti con le comunità religiose, che da sempre connota la sua attività sul binario del dialogo e dell’accoglienza.
La configurazione del Gruppo è avvenuta nel tempo in maniera spontanea e naturale, ha visto aderire e proseguire nel percorso individui che si sono impegnati in prima persona ad operare per la pace partendo dal loro quotidiano, mossi da sincera convinzione. Nell’incontro del 27 febbraio, infatti, l’elemento che è stato posto in evidenza da tutti i presenti negli interventi è stata la volontà di voler contribuire a realizzare la pace, a “non spargere corruzione sulla terra, dopo che è stata resa prospera” secondo le parole del Corano, nella consapevolezza che la pace individuale sia imprescindibile dalla pace sociale (N. Daishonin) e viceversa, come sostiene Hans Kung, che invita a rendersi consapevoli della propria personale responsabilità nel processo.
La forza del Gruppo, dunque, è in ogni singolo cuore che lo compone, nell’utopia che ciascuno ha abbracciato, per la quale anzi allarga le braccia per accogliere il vicino e rubare così un pezzetto di quella luna che tutti i veri sognatori recano nel cuore, a qualsiasi età. Aveva 88 anni Pietro Ingrao quando ribadiva che «nella vita bisogna essere sempre più folli, più utopisti. Bisogna avere il coraggio di sognare. Da ragazzino dissi a mio padre che volevo la luna. Oggi non ho cambiato idea». Del resto, Astolfo non è andato sulla luna a recuperare il senno di Orlando?
La pace, in fondo, è una verità scritta nell’uomo, ciascuno dovrebbe placare in sé il rumore che la soffoca. Sentirebbe che l’uomo non ha vita se non “trascende da sé e pone il suo significato in qualcosa o qualcuno da amare” (V. Frankl).
Le parole di Papa Francesco, ricordate all’inizio dell’incontro, hanno trovato tutti d’accordo: «Se c’è una parola che dobbiamo ripetere fino a stancarci è questa: dialogo. Siamo invitati a promuovere una cultura del dialogo cercando con ogni mezzo di aprire istanze affinché questo sia possibile e ci permetta di ricostruire il tessuto sociale. La cultura del dialogo implica un autentico apprendistato, un’ascesi che ci aiuti a riconoscere l’altro come un interlocutore valido; che ci permetta di guardare lo straniero, il migrante, l’appartenente a un’altra cultura come un soggetto da ascoltare, considerato e apprezzato. È urgente per noi coinvolgere tutti gli attori sociali nel promuovere “una cultura che privilegi il dialogo come forma di incontro”, portando avanti la ricerca di consenso e accordi, senza però separarla dalla preoccupazione per una società giusta, capace di memoria e senza esclusioni».
Integrazione attraverso il dialogo e nel rispetto della differenza, dunque, è l’obiettivo del Gruppo di dialogo interreligioso per la Pace, che si impegna a realizzarlo attraverso una serie di iniziative volte innanzitutto a promuovere scambio e conoscenza delle altre culture ed esperienze religiose presenti in città. «L’ignoranza conduce alla paura, la paura all’odio e l’odio conduce alla violenza. Ecco l’equazione» (Averroè).
Rosa Ciacco
Presidente Associazione Coesistenza