IN PRIMO PIANO
In ricordo di Maria Vingiani
Di seguito riportiamo l'articolo scritto dalla socia Maria Pina Ferrari e pubblicato su "Missione 2000", il periodico dell'Associazione Stella Cometa di Cosenza (anno X, numero 23):
Mazal Tov Bruno!
Il gruppo SAE di Cosenza festeggia Bruno Segre, che lo scorso 11 agosto ha compiuto 90 anni.
Nato a Lucerna nel 1930, ricercatore e operatore culturale indipendente, ha studiato filosofia a Milano alla scuola di Antonio Banfi. Si è occupato di sociologia della cooperazione ed educazione degli adulti nell’ambito del Movimento Comunità fondato da Adriano Olivetti. Ha insegnato in Svizzera dal 1964 al 1969. Per oltre dieci anni ha fatto parte del Consiglio del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano. Dal 1991 al 2007 ha presieduto l’Associazione “Amici di Nevé Shalom / Wahat al-Salam”. Ha diretto dal 2001 al 2011 il periodico di vita e cultura ebraica Keshet. Suoi contributi su vari aspetti e momenti della cultura e della storia degli ebrei sono apparsi in numerosi periodici. Autore di numerosi saggi, ha scritto fra l’altro Gli ebrei in Italia (1993), Shoah (1998), Israele la paura la speranza (2014), Adriano Olivetti: Un umanesimo dei tempi moderni (2015).
Di seguito gli auguri di chi, nel nostro gruppo, ha avuto il piacere di conoscerlo di persona nelle sessioni del SAE.
Un caro augurio a Bruno Segre per il suo compleanno! Noi del gruppo SAE di Cosenza abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo ad Assisi in occasione della sessione estiva del 2016. Un’esperienza profonda che ci ha accompagnato in questi anni.
Ricordiamo la sua testimonianza all’Assemblea, il racconto della sua vita a partire dai difficili anni del fascismo e delle leggi razziali che hanno colpito lui e la sua famiglia. Forte il suo orgoglio di appartenenza alla comunità ebraica e la sua ricerca di un modo diverso di rapportarsi con le altre esperienze religiose, in una visione inclusiva solo apparentemente laica. Un uomo coerente e propositivo che guarda ad un futuro di pace, fratellanza, condivisione, dialogo fra popoli e religioni.
La passeggiata notturna per le vie di una Assisi deserta ci ha dato l’occasione di approfondire con lui temi cari all’ecumenismo e all’attività del SAE. La sua energia nel camminare sulle strade pietrose ci aveva meravigliato e quasi non riuscivamo a tenere il suo passo. Lo avevamo timidamente invitato a venire in Calabria, ospite del nostro gruppo. Lui, superando qualsiasi indugio, si era dimostrato disponibile.
Anche se ancora non concretizzato, proprio in occasione di questo suo nuovo traguardo, gli rinnoviamo l’invito a venire a conoscere la nostra terra, ricca di storia e di testimonianze ecumeniche che il nostro gruppo sta portando avanti da più di un quarto di secolo. Auguri e a presto.
Giacomo e Anna Maria Guglielmelli
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Auguri, caro Bruno, per i tuoi luminosi 90 anni! La luce che da essi trabocca ha illuminato anche il cammino interreligioso del nostro gruppo. Era il 2001.. a settembre l'immane tragedia delle Torri Gemelle, a novembre il gruppo SAE di Cosenza inizia il suo cammino di dialogo interreligioso con un incontro sul Corano. Neve' Shalom ci aveva educato a credere in un dialogo che allora sembrava impossibile. Grazie, Bruno, perché senza saperlo sei stato una delle persone che hanno illuminato il nostro cammino interreligioso. Beh, ora lo sai e ti aspettiamo a Cosenza per farti conoscere il nostro mitico gruppo interreligioso. Mazal tov, caro Bruno!
Maria Pina Ferrari
Tanti corpi, una sola mente
Una giornata di preghiera, per tutte le persone, di ogni credo: è stato questo l’invito che l’Alto Comitato per la Fratellanza Umana ha rivolto a ciascuno per il 14 maggio 2020, per invocare l’aiuto divino in questo momento difficile, in cui l’umanità intera si trova a combattere un nemico invisibile, che colpisce tutti, indistintamente. Una giornata voluta da leader religiosi, studiosi ed esponenti della cultura di tutto il mondo, promossa e sostenuta dallo stesso Papa Francesco, a cui ha aderito anche il Gruppo di Dialogo Interreligioso per la Pace di Cosenza, nato grazie alla volontà del SAE.
Musulmani, cattolici, baha’i, buddisti, pentecostali, valdesi ma anche provenienti da associazioni impegnate nella cooperazione e nel dialogo – tanti corpi, una sola mente – si sono ritrovati insieme sulla piattaforma digitale condividendo meditazioni, letture e preghiere, perché condividere dei valori significa coltivare il desiderio di realizzare insieme un ideale, sapendo che “siamo sulla stessa barca” e nessuno si salva da solo. Oggi, più che mai, prendersi cura dell’altro deve essere la bussola che guida i nostri passi.
#andràtuttobene
"La natura ci sorride nonostante la crisi" (Andrea Bilotto, socio SAE).
Giornata del Malato 2020
In occasione della XXVIII Giornata del Malato il Gruppo SAE di Cosenza, con la partecipazione del Gruppo Interreligioso di Dialogo per la Pace, ha organizzato un incontro dal titolo "Fragilità ed accoglienza: riflessioni ed esperienze interreligiose", il giorno giovedì 27 febbraio 2020 alle ore 17 presso il Chiostro di San Domenico, in Piazza T. Campanella, a Cosenza. I presenti potranno partecipare ciascuno con una breve meditazione o lettura tratta dai testi sacri o testimonianza personale.
Scompare a quasi a 99 anni, Maria Vingiani fondatrice del SAE
E' una delle notizie che ti aspetti prima o poi, soprattutto quando la protagonista deve compiere a breve 99 anni. Eppure, quando stamattina siamo stati informati che nella notte Maria era spirata a Mestre, tutti noi del SAE abbiamo avuto un sussulto. Forse il suo corpo ci ha lasciati, ma la sua eredità spirituale, la vita spesa per gli altri e il suo esempio, rimarranno per sempre con noi. In questo breve spazio raccogliamo le testimonianze del gruppo di Cosenza e degli amici del SAE che la ricorderanno sempre così.
Maria è stata la mia guida e maestra, un punto fermo nel mio cammino ecumenico. Non ci sono parole, ma solo contemplazione del mistero (Maria Pina, fondatrice del gruppo SAE Cosenza).
Mi dispiace di non essere riuscita a salutarla e ringraziarla personalmente; lo volevo fare quando ho letto il suo libro. Lei è artefice di una grande opera, un ecumenismo laico. Non è da poco. Ringraziamo il Signore di avere avuto lei e di tutto ciò che ha fatto. Il Signore la benedica grandemente (Vanda, socia SAE).
Mi dispiace tanto.. Anche se non l'ho conosciuta, posso solo chinare il capo e pregare (Angioletta, socia SAE).
A parte la triste notizia che non ci coglie impreparati, penso che sia un giorno di rendimento di grazie per il dono di Maria Vingiani. Se ne è andata carica di anni e di meriti dopo aver visto cambiare l'atteggiamento delle chiese verso l'ecumenismo. Certamente ha potuto dire con Simeone: "Ora lascia che il tuo servo venga a Te perché ho veduto" il compimento degli sforzi, anche se la strada dell'ecumenismo è sempre in salita (Andrea, socio SAE).
Sento di ringraziare Dio per il dono di Maria Vingiani, che ha dedicato l'intera sua vita alla causa dell'ecumenismo. La portiamo nel cuore insieme a quanti hanno collaborato con lei per avviare un dialogo profondo, sincero e rispettoso fra le confessioni (Eleonora, socia SAE).
La storia di tutti noi purtroppo ha la stessa fine, ma conta moltissimo invece quello che si è fatto nella vita. Ho seguito con ammirazione la storia di questa grande donna e ringrazierò sempre coloro che me l'hanno raccontata (Gerardo, amico del SAE).
Auguri
Il coraggio di essere se stesse
Incontro in occasione della Giornata dell'amicizia cristiano-islamica
Il Gruppo SAE di Cosenza, in collaborazione con il Centro Culturale Islamico di Cosenza, l'associazione Daawa, il MoCi e Stella Cometa, ha organizzato un incontro interculturale e interreligioso sul tema "Non c'è futuro senza fratellanza e solidarietà" con testimonianze di integrazione e solidarietà a cura della Comunità di S. Egidio, della Comunità Baha'i e dell'Istituto Buddista Soka Gakkai. L'incontro è avvenuto sabato 23 novembre 2019 alle ore 17 presso i locali di Stella Cometa, Via Popilia, Cosenza.
Qui di seguito è possibile scaricare e leggere le relazioni di alcune relatrici.
Don Giuliano Savina incontra il gruppo SAE Cosenza
Don Giuliano Savina, nuovo Direttore dell’UNEDI (Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso) della CEI, in Calabria per la riunione con i delegati diocesani per l'ecumenismo e il dialogo della Calabria, lo scorso 7 novembre ha incontrato una parte del gruppo SAE di Cosenza (nella foto), incoraggiandolo a lavorare perché viva sempre più l'esercizio spirituale di comunione e di dialogo, colto anzitutto come esercizio di fede.
Alex Talarico nominato diacono
Domenica 30 giugno 2019, nella cattedrale San Nicola di Mira in Lungro (CS) ha ricevuto la Chirotonia (Ordinazione) diaconale il giovane seminarista
Il giovane, originario di Firmo, si è formato nel Seminario Maggiore Eparchiale di Lungro, sito in Cosenza, sotto la guida del Rettore e Protosincello (Vicario generale) Papàs Pietro Lanza. Ha frequentato gli studi filosofici e teologici nell’Istituto Teologico Cosentino Redemptoris Custos dell’Arcidiocesi Metropolitana di Cosenza - Bisignano conseguendo il baccalaureato in teologia. Ha poi intrapreso gli studi di specializzazione in Ecumenismo all’Istituto di Studi Ecumenici San Bernardino di Venezia dove presto conseguirà la licenza in ecumenismo.Alex Talarico, per l’imposizione delle mani di Sua Eccellenza mons. Oliverio Donato Vescovo dell’Eparchia (Diocesi) cattolica greco-bizantina di Lungro.
Alex ha maturato una particolare sensibilità ecumenica grazie non solo ai suoi studi in tale ambito ma anche e soprattutto in virtù della speciale vocazione ecumenica della Eparchia di Lungro in cui egli è cresciuto e dove viene vissuta la tradizione liturgica bizantina orientale, nella pienezza della comunione cattolica.
Il novello Diacono, amico del SAE, ha partecipato alla sessione estiva 2018 e ne ha curato gli Atti. A dicembre del 2018, nella sala convegni del Seminario Maggiore Eparchiale di Cosenza, ha tenuto una accurata e appassionata relazione sulle origini e sulle finalità del SAE mettendo in rilievo la figura della fondatrice Maria Vingiani.
A lui i più sentiti e affettuosi auguri da parte del gruppo SAE di Cosenza e di tutto il SAE nazionale per un proficuo cammino spirituale e di impegno a favore della unica Chiesa di Cristo, il Figlio di Dio, diventato figlio dell’uomo per restaurare e riportare alla primitiva bellezza e dignità la creatura fatta ad immagine di Dio.
Presentato l'Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne
Il Gruppo SAE di Cosenza, insieme al Gruppo di Dialogo Interreligioso per la Pace di Cosenza, hanno dato vita all'Osservatorio Interreligioso sulle Violenze contro le Donne (OIVD) presso la Cittadella del Volontariato di Cosenza, alle ore 18. Una serata di dialogo sul tema "Donne e religioni. Il valore delle differenze", curata dalle rappresentanti delle varie religioni presenti in città. Per continuare il percorso insieme..
Presentato libro sui Pentecostali a Cosenza
Per festeggiare il primo anno di attività della biblioteca dedicata a Lidia Ciccone Giovannini, lunedì 25 marzo 2019 alle ore 18.30 nella Chiesa Bethel di Cosenza è stato presentato in anteprima nazionale il saggio storiografico, edito da Progetto 2000 e scritto da Susanna Giovannini, “I Pentecostali in Calabria. La storia della Chiesa Bethel di Cosenza”.
Alla presentazione oltre all’autrice e all’editore Demetrio Guzzardi, hanno partecipato il pastore Paolo Giovannini, fondatore della Chiesa evangelica pentecostale Bethel di Cosenza e il preside della Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose, Carmine Napolitano.
«La storia del movimento pentecostale in Italia attende ancora di essere scritta; si tratta di un’impresa difficile perché, soprattutto per le origini, le fonti sono molte scarse e spesso solo di matrice orale. D’altra parte, la relativa brevità del percorso storico che esso ha compiuto (poco più di un secolo) e l’interesse rivolto preminentemente alla testimonianza e alla predicazione, non hanno favorito una riflessione in tal senso; talché l’attenzione verso la nascita e lo sviluppo del pentecostalesimo italiano è stata sporadica, quasi sempre rivolta a indagini circoscritte e spesso con intenzioni esclusivamente autobiografiche. Tuttavia, a ben vedere, è proprio attraverso lavori di questo genere che si mettono le basi per arrivare a concepire indagini e studi più avanzati e di respiro scientifico e metodologico più sicuro e collaudato.
Il lavoro di ricerca di Susanna Giovannini sul pentecostalismo in Calabria rappresenta un passo in avanti in questa direzione; cerca di unire elementi generali di interpretazione, con scandagli di storia regionale e locale fino ad inserire nella trama della ricostruzione storica la vicenda della propria famiglia, che di quella storia è stata protagonista lungo l’arco di mezzo secolo. Il risultato, presentato nelle pagine di questo libro, è senz’altro interessante e foriero, speriamo, di un impegno che potrebbe proporre un allargamento e un approfondimento di talune indicazioni di percorso nella ricerca storica, relativa ad un movimento religioso che in Italia rappresenta almeno il 70% del mondo evangelico. Ben vengano lavori come questo che ci permettono di conoscere fatti e vissuti che difficilmente potrebbero essere noti in altro modo» (dalla presentazione di Carmine Napolitano, preside della Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose).
L’intervento del Prof. Napolitano, un excursus sul mondo pentecostale, è stato di particolare chiarezza e sincerità, qualità che non devono mancare in un dialogo autentico. Interessanti anche gli interventi dei numerosi presenti, tra i quali una nutrita rappresentanza del mondo cattolico, del gruppo interreligioso e del gruppo SAE di Cosenza, di cui Susanna Giovannini è socia.
GMP 2019
Il Gruppo SAE Cosenza vi invita alla celebrazione della Giornata Mondiale di Preghiera dedicata alle donne della Slovenia. Sabato 23 marzo 2019 alle ore 18 presso la Chiesa Madonna del Carmine di Cosenza.
La Giornata del Malato organizzata dal Gruppo interreligioso
La Giornata del Malato, nata come iniziativa della Chiesa Cattolica, è stata organizzata per anni dal Gruppo SAE di Cosenza come un incontro ecumenico di preghiera al quale hanno partecipato cristiani delle diverse Chiese della città (per approfondimenti, clicca qui https://saecosenza.gruppisae.it/index.php/attivita).Quest'anno, per la prima volta, il SAE Cosenza ha voluto coinvolgere nell'organizzazione della Giornata del Malato anche il gruppo interreligioso presente in città, di cui ha contribuito alla formazione, e con il quale collabora attivamente. I vari rappresentanti delle religioni e delle associazioni presenti, porteranno la propria riflessione sulla necessità di aiutare chi è malato, valorizzando la sua esperienza da un punto di vista umano e di fede. L'appuntamento è per mercoledì 27 febbraio 2019 alle ore 18, nella sede della Cittadella del Volontariato a Cosenza, in via degli Stadi.
Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani 2019 Cosenza
Verso la Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani 2019
In cammino verso la settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, affinchè il dialogo diventi preghiera che chiede al Signore il dono dell'unità.
Significativa tappa di questo cammino un convegno sulla nostra Associazione: "Una storica esperienza di ecumenismo laicale: il SAE". A promuovere l'evento la Parrocchia bizantina italo-greco-albanese Santissimo Salvatore dell'Eparchia di Lungro, unitamente all'Ufficio per l'Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della Arcidiocesi Metropolitana di Cosenza-Bisignano, il gruppo MEIC di Cosenza "Salvatore Santoro", l'UNIVERSITAS VIVARIENSIS, l'Azione Cattolica dell'Eparchia di Lungro, e il SAE di Cosenza.
In apertura dei lavori i saluti di padre Pietro Lanza, Parroco del Santissimo Salvatore e Vicario generale dell'Eparchia di Lungro, di don Fabio De Santis dell'Ufficio Ecumenismo e dialogo interreligioso dell’Arcidiocesi Cosentina, di Ercolino Cannizzaro del MEIC di Cosenza e di Demetrio Guzzardi, Rettore dell'Universitas Vivariensis.
Tutti hanno evidenziato la necessità di un impegno ecumenico più risoluto e deciso e, soprattutto, condotto unitariamente.
A relazionare sull'argomento centrale del convegno è stato Alex Talarico, seminarista dell'Eparchia e studente presso l'Istituto Studi Ecumenici "San Bernardino" di Venezia che ha ripercorso tutto il cammino del SAE dal suo nascere fino all'ultima Sessione di quest'anno, i cui Atti sono stati curati da lui stesso. La sua esposizione ha suscitato interesse ed emozione tra i presenti. Soprattutto nel gruppo SAE c'era chi aveva gli occhi lucidi...
Bella e sentita la testimonianza di Eleanor Carmen Gangale della Parrocchia Santissimo Salvatore e socia del gruppo SAE di Cosenza, che ha evidenziato la presenza costante dell'Eparchia di Lungro nel SAE. La zia, Ida Cosentino, è stata una delle prime collaboratrici di Maria Vingiani e socia del SAE di Roma per molti anni.
A conclusione della serata i saluti e i ringraziamenti della responsabile del SAE, Maria Pina Ferrari, che ha voluto ringraziare in particolare padre Pietro Lanza per aver voluto inserire tra le iniziative in preparazione alla celebrazione del I Centenario dell’Eparchia di Lungro, che ricorre il 13 febbraio 2019, anche un momento di riflessione sul Segretariato Attività Ecumeniche. "Tutto il SAE ha apprezzato questo gesto di stima e di amicizia nei confronti della nostra Associazione. In verità è la prima volta, in 26 anni di attività silenziosa, operosa e competente del SAE a Cosenza, che ci viene dedicato questo tipo di accoglienza".
In ricordo di Pietro Monaco
Lo scorso 15 novembre ci ha lasciato Pietro Monaco, caro amico e animatore del dialogo ecumenico a Cosenza, oltre che socio fondatore del gruppo SAE locale.
Di seguito le testimonianze di chi lo ha conosciuto e ha lavorato insieme a lui:
Pietro Monaco è stato uno che ha creduto veramente nel dialogo tra le Chiese cristiane e lo ha portato avanti con volontà cocciuta. Partecipava con entusiasmo ai preparativi della Settimana di Unità e non mancava mai alle riunioni organizzative, che quasi sempre si facevano in Arcivescovado. Ad un certo punto però non gli bastò più la Settimana di Unità. Sentiva l'esigenza, oserei dire l'urgenza, di un supplemento di dialogo durante tutto l'anno, di un ecumenismo vissuto nel quotidiano. Conobbe il SAE e...fu amore a prima vista! Si rese conto che era l'unico modo per dare al dialogo ecumenico quella continuità che lui voleva realizzare. Con pazienza, con tenacia, con passione si adoperò per avviare un gruppo SAE a Cosenza. E fu così che nella Pentecoste del 1992 nella Casa valdese di Dipignano nasceva il SAE di Cosenza formato da un piccolo gruppo di valdesi e cattolici. Tante le iniziative realizzate con l' apporto operoso di Pietro: incontri di formazione ecumenica e culturale, riflessioni bibliche, preghiera. Nel dicembre del 1997 partecipò attivamente all'organizzazione del primo incontro regionale del SAE a Bivongi. E nell'ottobre del 1999 organizzammo insieme il secondo incontro regionale del SAE a Guardia Piemontese. Quando per motivi di salute dovette rallentare l'attività, voleva però essere informato di tutte le attività del gruppo e quando si sentiva partecipava anche alle riunioni, incoraggiando, stimolando, proponendo...Caro fratello Pietro, il tuo impegno, la tua paziente perseveranza, la tua testimonianza sincera e appassionata saranno una luce sul mio cammino e mi sproneranno a procedere con coraggio e determinazione sulle strade sempre nuove del dialogo ecumenico ed interreligioso.
MARIA PINA FERRARI
Pietro Monaco era un sognatore ad occhi aperti, un po’ visionario. Vedeva più avanti, al di là delle cose e poi tornava indietro a realizzarle. Era un uomo di cuore, uno di quelli che si ostinano a credere nel sentimento puro. Aveva grandi slanci ecumenici e si commuoveva con facilità. Non si arrendeva mai di fronte alle difficoltà tanto da essere ritenuto da molti un testardo, ma lui non temeva il giudizio degli altri e cercava il dialogo con tutti superando con ogni mezzo a sua disposizione pregiudizi e chiusure. Pietro Monaco era ecumenico nel quotidiano. Aveva un’energia vitale che gli ha permesso di realizzare fino in fondo il progetto di Dio sulla sua vita. Ha saputo scoprire, oltre il filtro opaco della quotidianità, la bellezza che Dio gli ha donato e che gli ha chiesto di far fiorire. Lui ci ha insegnato con l’esempio che vivere non è trascinare la vita ma è abbandonarsi come un gabbiamo all’ebbrezza del vento. Per lui vivere era assaporare l’avventura della libertà e dell’unità tra i cristiani sia pure nella diversità, sapendo di avere nel volo un partner grande: il suo Signore e il suo Dio. Negli ultimi anni i nostri incontri si sono un po’ diradati per vari impegni ma so da chi ha avuto la fortuna di stargli accanto fino alla fine che lui non si è mai contraddetto, ha mantenuto la voglia di vivere e l’ha saputo coniugare con un grande abbandono nel Signore: “Nelle Tue mani è la mia vita” diceva spesso soprattutto quando la sofferenza diventava più acuta e le sue forze sembravano venire in meno. ra, tu, Pietro non sei più fisicamente tra noi, ma da lassù continua a donarci il tuo amore per Gesù e per l’unità delle Chiese.
SUOR ERNESTA BECCIA, Figlia della Chiesa
Il cammino ecumenico nella nostra Diocesi di Cosenza-Bisignano, pur tra alti e bassi, rappresenta, oramai, un elemento contraddistintivo ed imprescindibile del tesoro pastorale della stessa. Per quanto mi riguarda, esso iniziò nel 1984, durante il Convegno Diocesano di Paola. Ricordo che, nel corso di quella seduta assembleare, si approvò la ”introduzione del concetto ecumenico nella catechesi”; pensate un po’, bisognava ancora introdurre il concetto, figuriamoci l’esperienza. Furono, quelli a seguire, anni di “gavetta”, dove era difficile, alle volte, non guardarsi con …diffidenza. Parroci che nemmeno volevano sentir parlare di Ecumenismo; fratelli evangelici timorosi di varcare le soglie di una qualsiasi parrocchia. Ma furono anche anni di incontri, di intrecci di sguardi, di scambi di esperienze di vita che, credo, resteranno incancellabili nella formazione di ciascuno di noi. I primi incontri della commissione si tenevano quasi sempre nella sede Vescovile, dove si aveva cura di scegliere stanze il meno confessionali possibile. Le riunioni si susseguivano con entusiasmo, coinvolgendo, di volta in volta, i fratelli delle altre Chiese presenti nel territorio Diocesano, anch’essi radicati sul territorio da molti anni. Tra questi, i fratelli Valdesi, la cui Chiesa in quel di Corso Mazzini, fin da quando ero adolescente, mi sembrava avvolta nel mistero, protetta com’era da quel portone scuro e dalla quale ogni tanto, di domenica, vedevo uscire persone che vi sostavano sorridenti per qualche tempo. Tra questi il nostro Pietro Monaco, per il quale mi si chiede di scrivere un ricordo. Il Pincipe De Curtis ( Totò) in una delle sue celeberrime frasi ad effetto diceva che “signori si nasceva..”; parafrasandolo, diremmo che ecumenici lo si diventa , ma signori si nasce. Ecco, Pietro lo ricordo sempre come una persona di quelle che ..erediteranno la Terra, cioè mite. La mitezza, il sorriso composto e , direi, l “aplomb” inglese, erano i tratti somatici di Pietro. Conversare con lui era piacevole: di poche parole, ma efficace nella comunicazione. La sua presenza era discreta ma rassicurante. Erano molti anni che non lo vedevo per il mio doloroso disimpegno ecumenico; l’ultima volta in Corso Mazzini. Lo sguardo profondo, il chiedere discreto, quell’abbraccio solidale: cose tutte che potrebbero, da sole, fare un programma di impegno pastorale. Nello scrivermi il poeta David Maria Turoldo citò una frase di Hillesum: “Quel pezzetto di eternità che portiamo dento, può essere espresso in dieci volumoni, come in una parola”. Pietro meriterebbe volumi di testimonianza, cosa che lascio a chi lo ha frequentato a lungo. A me toccava il ricordo scarno ma robusto come le mani degli anziani arse dall’esperienza della vita. Pietro, il tuo ricordo è per sempre perché hai percorso le strade difficili dell’ecumenismo dove ogni pietra del selciato è dono gradito a Dio, il solo che consola.
PINO BARBAROSSA
Pietro era una persona che teneva molto alla sua chiesa, alle sue radici di evangelico, all'andamento in generale della sua chiesa. Fino ad un certo punto è sempre stato presente ai culti, alle assemblee, quando si doveva andare fuori etc. Lui ha sostituito sempre la vacanza pastorale facendo i culti, lui osava scrivere alla Tavola Valdese per protestare delle cose che non andavano, ha sempre fatto interventi agli incontri, quindi era attento e ben determinato. Ma spesso polemico, come me d'altronde, un lamentarsi costruttivo. Aveva anche lui i suoi difetti, un po' conservatore e testardo su alcune cose. Non gli piaceva il sacerdozio universale, le donne pastore, lui prediligeva il pastore laureato e maschio. Molto lontano da alcune problematiche sociali a cui la Tavola Valdese nei vari sinodi aveva invece affrontato con serenità e responsabilità evangelica. Che dire, con tutti i suoi limiti magari gli evangelici fossero tutti come lui. Era una bella persona..
VANDA SCORNAIENCHI
Ogni volta che si parla di persone che non ci sono più, è come se si volesse mettere in luce, anche forzatamente, tutti i pregi, le positività, le qualità di chi ormai è assente. Insomma, si cerca quasi di rimediare a quanto non è stato fatto o detto prima. Per Pietro Monaco non è così. Da sempre lo ricordiamo con stima e gratitudine per avere voluto, con la sua proverbiale cocciutaggine, un gruppo SAE anche a Cosenza. Si, se oggi ci siamo e lavoriamo così fattivamente, lo dobbiamo anche a lui, fautore insieme ad altri soci della costituzione, nel lontano 1992, di una rappresentanza del SAE nella nostra città. Non abbiamo avuto moltissime occasioni per lavorare insieme perché noi siamo entrati a far parte della famiglia del SAE un po' di anni dopo, ma ci ha sempre colpito la sua voglia di fare di più per promuovere un dialogo ecumenico continuo e non legato solo alla Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani. Lo ricordiamo combattivo e tenace, forte della sua fede evangelica e del suo attaccamento alla piccola comunità valdese di Cosenza che cercava di sostenere e far conoscere. Nel predisporre la programmazione delle attività annuali del SAE ricordiamo il suo essere determinato nella scelta dei temi da affrontare e delle persone da coinvolgere. Il confronto con lui non è stato sempre facile: la sua schiettezza, il suo rigore, la sua precisione a volte ci preoccupavano. Ma per lui forse costituivano un modo per affermare ciò in cui credeva fermamente, costi quel che costi. E' vero, la nostra amicizia all'interno del gruppo non si è mai incrinata. Siamo sempre stati molto rispettosi gli uni degli altri, ma a volte con Pietro la discussione si faceva accalorata e accesa e forse in alcune occasioni è stato più difficile riprenderla, ma poi veniva sempre ripresa.. Non si è mai lasciato niente in sospeso, il dialogo è sempre continuato aperto e sincero. E' vivo in noi il ricordo dei suoi interventi, foglietti in mano, nel corso dei nostri incontri. Tante le iniziative realizzate insieme come SAE, in particolare ricordiamo il 1996 gli incontri biblici sul tema "Le parabole di Gesù" che lo hanno visto come relatore nella Chiesa Cristiana Avventista di Cosenza e nel 1998 presso la Chiesa Valdese di Cosenza quando ci parlò di "Gesù, Colui che incontra". Che dire, se non manifestare la nostra riconoscenza a Pietro per ciò che ha vissuto insieme a noi e augurarci di saper sempre tenere accesa, nella nostra città, la fiaccola del dialogo ecumenico con lo stesso impegno e la stessa tenacia che lui ha dimostrato.
ANNA MARIA E GIACOMO GUGLIELMELLI
La più bella delle storie: una chiacchierata fra una cristiana e un musulmano
In seguito ai tragici eventi dell'11 settembre 2001, quando ogni possibilità di dialogo tra cristiani e musulmani sembrava irrimediabilmente fallire, un gruppo di cristiani (cattolici, evangelici e ortodossi) osò sfidare le gravi difficoltà del momento storico promuovendo, in alternativa, la cultura del dialogo e dell'accoglienza. Convinti che "è sempre da un fiocco di neve che ha origine una valanga" cristiani e musulmani cominciarono a parlarsi di conoscenza reciproca , di rispetto, di fraternità... in pace.
A Cosenza sono ormai sette anni che cristiani delle diverse confessioni organizzano la Giornata del dialogo insieme alla comunità islamica della città.
A farsi promotore dell'iniziativa il Gruppo SAE (Segretariato Attività Ecumeniche) da oltre 25 anni operante nella nostra città. Consapevole dell'importanza di un dialogo rispettoso e costruttivo tra le diverse fedi presenti sul territorio per realizzare la giustizia e la pace, il gruppo ha coinvolto sin dall'inizio, oltre alla comunità musulmana di Cosenza, le Associazioni Stella Cometa e MOCI.
Il 5 dicembre nella sede del MOCI si è svolta la Giornata Ecumenica del dialogo 2018 che ha avuto come tema "La più bella delle storie" una chiacchierata su Giuseppe fra una cristiana e un musulmano. La storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe, si trova sia nella Bibbia che nel Corano ed è per questo che è stata scelta come filo conduttore di questa chiacchierata. Sì, perchè ormai dopo sette anni di conoscenza, rispetto e amicizia, cristiani e musulmani della nostra città si parlano con tranquillità, senza problemi. A Cosenza succede anche questo...
Convegno sulla violenza contro le donne
In occasione della Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro la donna, istituita dalle Nazioni Unite già dal 1999, il Gruppo SAE Cosenza ha organizzato venerdì 23 novembre un incontro sul tema "La medaglia e il suo rovescio". Fra i relatori, il direttore della Casa Circondariale di Cosenza, dott. Filiberto Benevento, e lo psicoterapeuta Antonio Rizzo.
Presentazione al Tempio avventista di Cosenza
Grande animazione, aria di festa e tanti bambini nella chiesa cristiana avventista a far da corona a un evento particolare: la presentazione al Tempio di Emanuel, Rebecca e Jasmine, i tre splendidi nipotini di Angioletta Roberto, la socia avventista del SAE Cosenza. Una cerimonia bella, semplice ma coinvolgente e partecipata, quella del 13 ottobre scorso, che ha avuto momenti di particolare commozione come la preghiera di consacrazione e benedizione, e la testimonianza di Stefania, mamma della piccola Rebecca, che ha pregato con grande fede il Salmo 121 e poi ha voluto condividere con i presenti l'esperienza di abbandono al Signore in alcuni momenti della sua non facile gravidanza. Shabat shalom! Sabato di pace, di gioia e di esultanza nella comunità avventista per il dono al Signore di tre meravigliosi bambini. Ai genitori, ai nonni e alla comunità tutta, gli auguri più affettuosi dalla grande famiglia del SAE.
XXI Convegno dei Vescovi Orientali Cattolici d'Europa a Lungro
Si è concluso domenica 17 giugno 2018, con la celebrazione della Divina Liturgia, nella Cattedrale di Lungro, il XXI convegno dei Vescovi Orientali Cattolici d’Europa, invitati in Calabria da Sua Eccellenza Donato Oliverio, Vescovo dell’Eparchia di Lungro degli Italo Albanesi dell’Italia Continentale.
I presuli, una cinquantina, provenienti da vari Stati Europei e in rappresentanza di una dozzina di chiese orientali cattoliche, sono giunti in Calabria lo scorso mercoledì 13 giugno e hanno visitato alcuni luoghi significativi della Diocesi, come Frascineto, San Demetrio Corone e Lungro nelle cui chiese si sono svolte solenni concelebrazioni liturgiche secondo il rito bizantino. Il loro pellegrinaggio ha compreso anche altri luoghi che ricordano il passato bizantino della Calabria, quali il Santuario di San Francesco di Paola e la Cattedrale di Rossano, con visita al prezioso Codex Purpureus Rossanensis.
Nelle mattinate, i Vescovi, alla presenza del Cardinal Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee e del Cardinal Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, hanno ascoltato relazioni imperniate sul volto di una chiesa orientale. Tra gli illustri relatori Riccardo Burigana, Direttore del Centro Studi per l’ecumenismo in Italia con sede in Venezia, il quale ha messo in evidenza che la fede dei primi esuli albanesi, giunti in Italia nel XV secolo, con grandi sofferenze per il distacco dalla madrepatria, offre documentazione storica della possibile pacifica convivenza delle diverse tradizioni all’interno della chiesa cattolica, con condivisione delle peculiarità per l’arricchimento reciproco.
La Chiesa di Lungro è onorata di aver ospitato questo grande evento che riveste un significato notevole nel cammino verso l’unità dei cristiani e che tramite essa è un dono per la Chiesa calabrese e italiana. La piccola Eparchia di Lungro ha una speciale vocazione ecumenica in quanto custode delle tradizioni orientali, portate in Italia dai suoi avi Albanesi, e nello stesso tempo perfettamente integrata nella realtà italiana e pienamente inserita nella chiesa cattolica.
Questo importantissimo evento di grazia è un preludio alle celebrazioni per il primo centenario della Eparchia di Lungro, costituita nel febbraio del 1919 da Papa Benedetto XV, che avranno luogo nel corso del 2019.
Il SAE Cosenza in visita alla sinagoga di Serrastretta
E' il 2 giugno. Alle 10.30 in punto rabbi Barbara Aiello ci sta già aspettando su piazza Pitagora. Lasciate le macchine ci avventuriamo per la ripida salita che conduce alla Sinagoga nel centro storico di Serrastretta. Ner Tamid del Sud, la Luce eterna del Sud, unica sinagoga attiva in Calabria dal 2006, è frequentata da ebrei provenienti da diverse parti del mondo, ci spiega la rabbina strada facendo.
All'ingresso ci accoglie un cartello in lingua ebraica, inglese e italiana "Benvenuto SEGRETARIATO ATTIVITA' ECUMENICHE di Cosenza", all'interno un tavolo imbandito con dolci, bibite e acqua fresca che ci ripaga del caldo, del viaggio e della salita. Poi ci addentriamo nei misteri della cultura ebraica calabrese. Rabbi Barbara ci mostra con orgoglio la sua bella collezione di shofar che provengono dalla Spagna, dalla Germania, dalla Polonia e dalla Russia. Ci spiega che lo shofar viene suonato in occasione di Rosh haShana, il Capodanno ebraico, che ricorre a settembre. Uno dopo l'altro ci fa ascoltare i quattro suoni che scandiscono le diverse ricorrenze annuali: Tekiah, Shevarim, Tekiah Gedolah, Teruah.
Ci spostiamo, quindi, nella sala adiacente alla Sinagoga dove Rabbi Barbara ha creato un piccolo museo con una collezione di Chanukkiyah, il candelabro a nove bracci utilizzato durante la festa Hannukkah, e di mahtab, la paletta per l’incenso. Possiamo persino ammirare una simpatica riproduzione dello shabbat realizzata con dei pupazzetti di peluche.
Arriva il momento più emozionante: l'apertura dell'Armadio Sacro, l'Aron-Ha-Kodesh dove sono custoditi 3 antichissimi Sefer Torah, uno dei quali scritto a mano su carta di papiro nel 1783 a Torino. La rabbina ci mostra anche un Sefer portatile, che poteva essere facilmente trasportato e celato nei periodi di persecuzione. Poi, indossato il Talled, la sciarpa a strisce blu utilizzata durante la preghiera, ci legge un passo della Torah in ebraico con l'aiuto della manina, lo Yad. Quindi invita uno di noi a leggerlo in italiano.
La visita si conclude con la benedizione sotto la Tenda che ci emoziona non poco. Porteremo con noi a Cosenza il ricordo di questa esperienza altamente significativa.
Grazie Rabbi Barbara! Shalom!
Osare la speranza: un convegno sull'inclusione sociale
Il Gruppo SAE Cosenza ha organizzatoun convegno sull'inclusione sociale dal titolo "Osare la speranza", giorno 26 maggio alle ore 18.30 presso la Cittadella del Volontariato di Cosenza. A relazionare, suor Rita Giaretta, fondatrice di Casa Rut, una comunità che ha l'obiettivo di soccorrere le donne vittime dello sfruttamento della prostituzione.
Nella sua testimonianza fiume, suor Rita ha raccontato ai numerosi presenti - che ascoltavano rapiti - le vicissitudini che hanno portato alla nascita della comunità e le difficoltà incontrate nel cammino, amplificate nel contesto di un territorio come quello casertano, martoriato dalla corruzione e dalla camorra. Insieme a lei anche Joy, una 25enne nigeriana, ha raccontato la sua storia e il suo percorso di liberazione dallo sfruttamento alla libertà e al recupero della sua dignità, e ha emozionato i presenti annunciando la sua felicità nel ricordare che proprio quel giorno - il 26 maggio - ricorreva il compleanno della sua libertà: il giorno in cui si era presentata a Casa Rut ed aveva ritrovato se stessa.
Suor Rita ha concluso ricordando che ciò che accade ogni giorno, ovunque si consuma lo squallido commercio della prostituzione, ovunque vi sono clandestini, ovunque bambini vengono utilizzati per l'accattonaggio, avviene con la complicità di tutti noi. Perchè Dio continua a chiedere a noi oggi, come a Caino allora: "Dov'è tuo fratello?". A noi sta la responsabilità di far rinascere la vita e a riaccendere la speranza. Tutti noi abbiamo bisogno di speranza: le giovani donne migranti, per riprendersi la loro dignità di persone e noi “occidentali”, che abbiamo confuso il benessere con il possesso di beni materiali, per riprenderci il senso della vita.
La prevista partecipazione di Paola Cavallari, impossibilitata a partecipare fisicamente per motivi personali, è stata rimandata a data da destinarsi.